Vini biologici o biodinamici?
La scelta consapevole tra natura e filosofia Negli ultimi anni, sempre più appassionati di vino si pongono la domanda: vino biologico o biodinamico? Due etichette che spesso si trovano una accanto all’altra sugli scaffali delle enoteche e che indicano due approcci diversi alla viticoltura, entrambi accomunati dall’amore per la natura e il rispetto per l’ambiente, ma con filosofie e pratiche distinte.
Vino biologico: la sostenibilità in bottiglia Il vino biologico è ormai una realtà ben consolidata.
Alla base di questa produzione c’è un regolamento europeo ben preciso, che vieta l’uso di pesticidi chimici di sintesi, fertilizzanti artificiali e organismi geneticamente modificati. Le uve devono essere coltivate in modo naturale, con un approccio che protegge la biodiversità e arricchisce i terreni.
In cantina, anche le tecniche di vinificazione devono rispettare determinati criteri, ad esempio limitando l’uso di solfiti e additivi. Il risultato è un vino che, pur mantenendo tutte le caratteristiche del terroir, rispetta l’ambiente e garantisce al consumatore un prodotto più sano e sostenibile. Il biologico ha il grande vantaggio di essere una scelta riconoscibile: le certificazioni esistono e vengono controllate da enti esterni. Scegliere un vino biologico significa puntare su una produzione trasparente e regolamentata, che fa bene alla terra e – perché no – anche al palato.
Vino biodinamico: oltre la natura, una filosofia Se il vino biologico si basa su regole precise, la viticoltura biodinamica va oltre, diventando una vera e propria filosofia di vita. Ideata agli inizi del Novecento dal filosofo austriaco Rudolf Steiner, la biodinamica vede la vigna come un organismo vivente, in cui ogni elemento – suolo, piante, animali, esseri umani e persino le forze cosmiche – interagisce in modo armonioso. Nella pratica, la biodinamica impiega preparati naturali (come il famoso cornoletame o l’uso di erbe e minerali) e segue i cicli lunari per le diverse operazioni di coltivazione.
Questo approccio olistico non si limita solo alla cura della vigna, ma si estende anche alla vinificazione, spesso riducendo al minimo interventi esterni e puntando su fermentazioni spontanee. Anche qui esistono certificazioni, come quella di Demeter, ma la biodinamica è spesso vista come una dimensione più spirituale e complessa rispetto al biologico. I produttori biodinamici credono che l’energia cosmica e l’equilibrio naturale influenzino la qualità del vino, creando un prodotto che, oltre a essere sostenibile, è anche in sintonia con le forze vitali della Terra.
Le differenze: cosa cambia nel bicchiere? Se dal punto di vista filosofico la distinzione è netta, per il consumatore medio la differenza tra un vino biologico e uno biodinamico può non essere subito evidente al palato. Entrambi tendono a esprimere con maggiore autenticità il territorio da cui provengono, con sapori intensi, meno standardizzati rispetto ai vini prodotti con metodi industriali.
Sommelier
Angelo Infurna
Fonti:
Regolamenti europei sul vino biologico: Fonti ufficiali come i regolamenti dell’Unione Europea relativi alla produzione di vino biologico, come il Regolamento (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008, che stabiliscono le norme per l’agricoltura biologica e la vinificazione.
Libri e pubblicazioni su agricoltura biodinamica: Opere di Rudolf Steiner, il fondatore dell’agricoltura biodinamica, come il ciclo di conferenze “Corso sull’agricoltura” del 1924. Altre pubblicazioni sulla biodinamica potrebbero essere testi di Maria Thun o libri di esperti come Nicolas Joly.
*Siti e riviste specializzate: Riviste di settore come *Wine Spectator, Decanter, o Gambero Rosso, che spesso trattano le differenze tra biologico e biodinamico. Anche siti come Vinous e Jancis Robinson pubblicano regolarmente articoli sull’evoluzione dei vini naturali, biologici e biodinamici.
*Certificazioni e associazioni: Informazioni ufficiali dai siti di enti di certificazione, come *Demeter per i vini biodinamici, e dalle associazioni di produttori biologici o biodinamici, come AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) o FIBL (Istituto di Ricerca sull’Agricoltura Biologica).
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