Cosa c’è di meglio di un brindisi tra amici per scaldare l’atmosfera?
Il “cin cin” è il grido che accompagna ogni alzata di calice, una sorta di mantra che risuona nei bar, nei ristoranti e nelle tavole imbandite.
Ma vi siete mai chiesti da dove derivi questa tradizione così spumeggiante?
Mettete via gli shaker e gli esperti di sommelier, perché qui si parla di storia con un pizzico di ironia!
Si dice che l’origine del “cin cin” risalga all’epoca dei navigatori cinesi.
La leggenda narra che, per rendere omaggio all’amicizia, i marinai alzassero i loro bicchieri e pronunciassero “cin cin”, il suono deriva dal clink dei bicchieri che si toccano, il che, in effetti, è un modo piuttosto sonoro di esprimere affetto.
Tuttavia, è difficile dire se i marinai cinesi stessero realmente brindando, o se stessero solo cercando di salutare il navigatore che stava per cadere in mare dopo un drink di troppo!

Ma non finisce qui!
Un’altra teoria suggerisce che il “cin cin” sia direttamente collegato alla parola francese “s’engager” (impegnarsi), che ad un certo punto ha subito una sorta di trasformazione linguistica, come succede ogni volta che gli italiani tentano di pronunciare una parola in francese dopo qualche bicchiere di vino.
E che dire di quei romantici di epoche passate?
Si dice che, negli antichi banchetti romani, si brindasse a salutare gli ospiti con frasi come “cin cin” per augurare loro prosperità.
Già allora, dunque, il piatto forte non era solo cibo, ma anche la gioia di stare insieme, accompagnata, naturalmente, da un buon vino.
Si racconta che se qualcosa andava storto e un bicchiere non veniva alzato correttamente, la disfatta del buffet era dietro l’angolo!
In sintesi, l’origine del “cin cin” è un mix di leggende, tradizioni e malintesi linguistici, ma ciò che conta davvero è che, al momento di brindare, ci si trovi sempre in buona compagnia, con un sorriso e un bicchiere in mano.
Quindi, alziamo i calici e… “cin cin”!
Angelo Infurna